Rafforzare le nostre radici con il GROUNDING

Il grounding, così come lo definisce Lowen è il contatto con la propria energia psico-corporea, con la terra intesa come fonte e sostegno del nostro esistere.

Attraverso l’esperienza del grounding, il paziente entra in un contatto più profondo con le proprie radici, la propria realtà interna, la visceralità delle emozioni, la sessualità. Senza queste radici l’individuo può perdersi nel cielo delle proprie illusioni, attuando un comportamento disfunzionale. Questo tipo di analisi è chiamata Analisi Bioenergetica, oppure Psicoanalisi Energetico Vibrazionale.

Ci sono più modi per eseguire l’esercizio di grounding. Uno di questi si esegue tenendo i piedi alla larghezza del bacino, le ginocchia leggermente piegate, il tronco è flesso in avanti e le mani toccano leggermente la terra con i polpastrelli per creare un contatto. Il capo è in basso, molto morbido e rilassato.

Da questa posizione si piegano leggermente le ginocchia e si raddrizzano, seguendo il ritmo della respirazione: inspiro e piego leggermente le gambe, espiro e ritorno a distenderle leggermente. È importante non raddrizzare mai completamente le gambe, perché altrimenti l’energia non scorre libera nel corpo. Chi fa yoga riconosce questa posizione come uttanasana.

Durante l’esecuzione dell’esercizio potremmo ad un certo punto avvertire che le nostre gambe vibrano, sono i nostri muscoli è la risposta che danno. Possiamo continuare per altre 5 respiri  e poi pian piano ci alziamo respirando e con gli occhi aperti. Ci posiamo fermare un momento per ascoltarci, il nostro respiro, i nostri occhi, le nostre spalle e tutto il corpo.

Effetti e benefici

Il grounding è uno dei primi obiettivi della bioenergetica e vi sono esercizi specifici che servono proprio a migliorare il nostro grounding, il nostro radicamento.

  • le ginocchia flesse per ricordarci la nostra naturale capacità di essere flessibili e come il corpo può essere un ammortizzatore naturale;
  • apre un nuovo canale di communicazione con noi stesi, lasciarsi andare. Mostrarsi per ciò che si è, permettersi di respirare liberamente e in profondità. Ricordiamo che siamo nella zona del II chakra Svadhishtana, collocato due dita sotto l’ombelico: il centro del desiderio e della capacità di provare emozioni. Uno Svadhishtana in equilibrio significa connessione desiderio di unione sessuale con l’altro e di riproduzione, bisogno di socializzare e di espadere la nostra personalità, l’equilibrio tra il dare e l’avere.
  • la bocca è socchiusa durante la pratica e la mandibola rilassata e morbida per favorire un naturale rilassamento. Le tensioni si sciolgono.
  • sentirsi radicati significa uscire dalla testa e vivere il corpo. Torniamo a sentire le singole parti che compongono la nostra fisicità per sperimentare quello che siamo, un organismo vitale in costante movimento. Questa pratica, come lo yoga, ci insegna noi stessi, il nostro corpo e le emozioni.
  • sentirsi radicati significa fare esperienza pratica, trovare sicurezza in noi stessi e costruire autostima.

Origini e storia

Il Grounding è una pratica parte integrante dell’analisi bioenergetica ideata da Alexander Lowen, medico e psicoterapeuta statunitense, che nel 1956 fondò a New York l’International Institute for Bioenergetic Analysis.

«Noi esseri umani siamo come gli alberi, radicati al suolo con un’estremità, protesi verso il cielo con l’altra, e tanto più possiamo protenderci quanto più forti sono le nostre radici terrene. Se sradichiamo un albero, le foglie muoiono; se sradichiamo una persona, la sua spiritualità diventa un’astrazione senza vita» scriveva lo psichiatra e psicoterapeuta statunitense Alexander Lowen, fondatore della tecnica bioenergetica, nata per aiutare l’individuo a tornare in connessione con il corpo.

Lowen introduce in questo modo quello che possiamo chiamare un’evoluzione del fare Earthing, ovvero il Gounding.

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